C’erano progetti all’inizio di questa primavera.
Il risveglio della natura ha fatto nascere anche in me il bisogno di “novità” e così
avevo deciso che dovevo realizzare desideri nascosti da troppo tempo, che il “mio
tempo” era arrivato.
Tutto avrebbe dovuto avere inizio verso i primi giorni di questo mese, giorni in cui
era ancora tutto sospeso, giorni in cui nessuno di noi aveva ancora capito che stava
succedendo un evento straordinario, un evento che avrebbe cambiato il corso delle
nostre giornate, della nostra vita, dei nostri progetti.
Poi è’ arrivato il tempo del silenzio, ce lo hanno imposto ed è arrivato.
Mi dico che non fa nulla, che non è importante che rimandare si deve, si può.
Non si può rimandare invece la sofferenza che leggiamo negli occhi di chi abbiamo
vicino e dai quali dobbiamo stare lontano.
I miei genitori, anziani, in difficoltà. Io lo so, quanto aiuta la mia mamma ricevere
l’abbraccio che le regalo quando la vedo, non è un aiuto materiale ma le dà la forza di sopportare le difficili giornate che deve affrontare con papà. Io lo so, quanto piace a papà che ormai vive nel suo mondo fatto di confusione e silenzi perché nemmeno le parole hanno più un senso per lui, ricevere i miei baci, i miei abbracci accompagnati dalle parole d’amore che escono dal cuore.
La lontananza dai figli, quella del piccolo Tommaso che rallegra le nostre giornate
con i suoi sorrisi, i suoi progressi.
La disperazione dei medici e degli infermieri che in prima linea lottano per salvare
tutti, impotenti di fronte alle difficoltà che stiamo vivendo.
No, non si può… questo non si può rimandare.
Però in questo momento di silenzio, a me sembra di essere in cima ad una montagna.
In montagna, quando arrivo in alto mi apparto, da sola e prego e ringrazio e benedico.
Ecco, questo tempo ci obbliga a pensare, a rivalutare, a riflettere, a pregare, a benedire.
Questo tempo doveva arrivare, per farci capire quanto siano importanti le persone,
non solo i nostri cari, tutte le persone. Quanto siano importanti gli abbracci, il tenersi le mani, lo stare vicini, condividere un pasto.
Questo tempo ci fa sperare che tutto possa tornare come prima, forse meglio di
prima…ci fa ardentemente desiderare che la normalità, quella che davamo per
scontata, quella che fino ad oggi abbiamo attraversato frettolosi, senza sguardi, senza sorrisi, senza attenzione, ci venga restituita.
Preghiamo affinchè questo tempo passi in fretta e preghiamo affinchè il tempo che
deve venire sia colmo di cose nuove, più belle, più vere, più sincere.
Preghiamo perché gli abbracci che potremo tornare a dare siano portatori di serenità e condivisione davvero sentita.
Preghiamo e tutto troverà il suo compimento.
Francesca
Trieste, 20 marzo 2020