“Prova a cantare il mondo storpiato”: in questo verso di Adam Zagajewski è tutta la ricerca di senso e di indomita bellezza che ognuno di noi preserva ogni volta che desidera resuscitare.
Resuscitare: che è diverso da “non morire”.
Le nostre ferite sono piccole gigantesche morti, inviti veri e propri dentro il paesaggio che mai vorremmo penetrare: gli inferi.
E invece li abitiamo, e non c’è vita che possa dire di non averli attraversati.
Quello che fa la differenza è la scelta tra ristagnare lì dentro oppure uscire: ma si può uscire dalla notte solo se si esce diversi da come si è entrati: il dolore può annullarci, possederci, mostrificarci, se gli consentiamo di definirci, di diventare la nostra cifra identitaria. Oppure può diventare passaggio iniziatico che ci chiede trasformazione.
E dunque: cosa può rendere, assurdamente, una ferita persino cura?
Non la magia di una soluzione veloce e facile, ma un lavoro intenso e totale come un travaglio.
Un lavoro intimo e al contempo relazionale, poichè nessuno può generarsi da solo: lo scatto di schiena che ci fa uscire dagli inferi è personale e unico, ma avviene solo attraverso altri occhi oltre ai propri.
Il workshop condotto da Chiara Scardicchio, con alcuni interventi di Luigi Verdi, sarà dedicato allo studio antropo-pedagogico di alcuni testi poetici, letterari, musicali e cinematografici in tema di “ri-scritture” dei propri boschi interiori, ed a esercizi di scrittura bio-contemplativa.
Antonia Chiara Scardicchio, Professoressa Associata, insegna Pedagogia Generale e Sociale ed Educazione degli Adulti presso la Scuola di Medicina e presso i corsi di laurea in Filosofia e Storia dell’Università di Bari “Aldo Moro”.
È referente per la integrazione delle Arti e della Letteratura nel piano formativo della Scuola di Medicina UniBa, dove dirige la Rassegna scientifico letteraria “Raccontami una storia e resterai in vita” – Medical Humanities e Medicina Narrativa UniBa.
L’ultima edizione – dedicata agli intrecci tra linguaggi poetici e cura di sè e dell’altro, dal titolo “S’io fossi umano”, ispirata alla “tempesta” di Shakespeare, ha intrecciato poesia, teatro, biblioterapia e apprendimento trasformativo (qui il programma).
È autrice di pubblicazioni nazionali ed internazionali in tema di Life Skills, resilienza e linguaggi simbolici, complessità e processi educativi, coordina attività formative e ricerche nell’orizzonte delle “pratiche riflessive” e delle metodologie narrative.
E’ previsto un contributo a sostegno delle spese organizzative che comprende anche i pasti; non è compreso il pernottamento.
Contatti
Segreteria corsi: telefonare al numero 3534638501 lunedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 13 alle 16.