In questi giorni di pausa mi lascio ogni tanto cullare ma anche scuotere da vari ricordi. Alcuni sono diventati memoria, altri arcaica storia, altri sorrisi ed altri ancora lacrime.
Leggendo qua e là ho la sensazione di navigare in un mare di “esperti” che però credo, fanno fatica a ricordare quella che è la dedica dell’autore del piccolo Principe: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se lo ricordano).
Allora mi soffermo proprio ad un gioco che io con uno dei miei fratelli facevo da bambina (un gioco che era la gioia di mia madre e capirete il perché): la gara delle lumache. E si! Nel piccolo giardino di casa andavamo a caccia di lumache, preparavamo una bandierina da incollare sul guscio , le posizionavamo su una linea di partenza e, allungati a terra attendevamo quale delle due lumache, lentissime, riuscisse a tagliare il traguardo che distava più o meno un metro.
Tutto il pomeriggio trascorreva con un tifo fatto di sguardi, di incoraggiamento, di “vai più veloce”, attratti da questi due “esserini” che, ignari di tutto, lasciavano comunque, la loro “bava” luccicante. Oggi da consacrata, mi rendo sempre più conto che in questo mondo tanti stanno perdendo non solo la gioia di apprezzare una lentezza che porta al traguardo, ma stanno e stiamo perdendo il luccichio che questa lentezza lascia dietro e dentro di noi.
Quando si va di fretta si alza polvere, quando si cammina piano si lasciano orme che magari possono servire da guida a chi, in un momento di difficoltà, ha perso la strada. Ecco vorrei davvero ricordarmi più spesso che solo i bambini sanno “tifare” per delle lumache, e che solo un cuore bambino sa rendere il passo di un adulto gesto tenero verso chi magari, è distratto da tanta polvere.
Viva le lumache!
Sr. Mina