“Ho pensato stamani come anche la morte sia vissuta in modo anomalo…questa è la morte della morte…la morte della possibilità di esternare i sentimenti…per la prima volta, ho sentito la mancanza dei riti, dell’abitudinario…ho capito ora, quanto siano importanti nell’ordinarieta’, e poi nell’accompagnamento della morte fisica, delle persone amate…è vero che in tempi normali tendo a sfuggire nel percorso di fede i riti ordinari, ma questi non sono tempi normali, e la fede in tempi a-normali sente il bisogno di attingere anche da questo…”
Giorgio G.